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MARIO GANDINI Il Fondo Pettazzoni della Biblioteca comunale "G.C.Croce" di San Giovanni in Persiceto
Col nostro modesto contributo ci proponiamo il solo scopo di far conoscere come si è venuto formando il Fondo Pettazzoni nella Biblioteca della città natale del grande storico delle religioni e di fornire alcuni dati sommari sulla sua consistenza. Riteniamo di poter affermare che fu lo stesso Pettazzoni ad avviare nel luogo natale una raccolta dei suoi scritti. "Alla Comunità del luogo dove nacqui, onde ebbi aiuto ai miei studi, questo primo lavoro, qui concepito e pensato, tra l'avversione di molti, l'indifferenza di tutti, in segno di gratitudine offro. Raffaele Pettazzoni". Con questa dedica l'autore, nel febbraio 1909, accompagnò il dono di un esemplare della memoria lincea Le origini dei Kabiri nelle isole del Mar Tracio; altre sue pubblicazioni egli fece pervenire alla Biblioteca comunale in anni successivi; ma ad un certo punto i doni non giunsero più; la Biblioteca, la quale nel primo decennio del Novecento, ad un cinquantennio dalla fondazione, era stata riordinata, fu poi praticamente chiusa al pubblico e confinata in un vano all'ultimo piano del Palazzo municipale; quasi nullo fu l'incremento del patrimonio librario durante il ventennio fascista. Quando, nei primi anni Cinquanta, fu avviato un vasto piano di riordinamento, di organizzazione e sviluppo dell'istituto culturale del Comune, si pensò anche alla creazione di una "raccolta pettazzoniana"; nel corso di un cinquantennio il progetto è stato realizzato; la Biblioteca comunale persicetana (dal 1955 intitolata a Giulio Cesare Croce) possiede ora la raccolta - riteniamo la più ricca e presso che completa - delle pubblicazioni di Pettazzoni: tutti i volumi, comprese le dispense universitarie, le traduzioni, le nuove edizioni, le antologie e anche gran parte delle ristampe; tutte (o quasi tutte) le pubblicazioni minori, in originale o in riproduzione (opuscoli, estratti, articoli in periodici e quotidiani, voci enciclopediche, comunicazioni congressuali, recensioni, note varie, fogli sciolti), collocate in ordine cronologico sommario (anno per anno); e inoltre numerose pubblicazioni, in originale o in riproduzione, riguardanti la sua vita e la sua opera; si aggiungano una sessantina di tesi di laurea su Pettazzoni e su altri storici delle religioni del Novecento. La "raccolta pettazzoniana" viene via via ulteriormente arricchita con l'acquisizione di scritti mancanti e di nuove pubblicazioni. Pettazzoni, com'è noto, dedicò la sua vita agli studi storico-religiosi e alla loro organizzazione in Italia e nel mondo; allo stesso scopo volle che, dopo la sua morte, fossero destinati i suoi beni: con testamento redatto pochi giorni prima della scomparsa, dispose che i suoi beni andassero in eredità all'Accademia Nazionale dei Lincei come suo contributo alla costituzione di una Fondazione per la Storia delle religioni; di fatto questa Fondazione non fu costituita; l'Accademia si limita a bandire annualmente un concorso per due Borse di studio intitolate a Pettazzoni. Generalmente uno studioso, pensando al destino della propria biblioteca quando egli non sarà più tra i vivi, ama vederla mantenuta nella sua integrità, come testimonianza fedele, sempre "vivente", degli interessi culturali e della personalità di chi quei libri ha acquisito nell'arco di una vita, li ha letti, studiati, consultati, e li ha amorevolmente conservati; Pettazzoni, pensoso delle fortune della disciplina da lui fondata in Italia e portata ad alta dignità nel suo paese e nel mondo, compì un sacrificio: dispose che la sua biblioteca, ricca di circa 3500 volumi e di oltre 3000 opuscoli, venisse smembrata, che i volumi di natura scientifica storico-religiosa fossero ceduti, ad un prezzo conveniente, all'Istituto di studi storico-religiosi di Roma, che gli altri di carattere letterario, giornalistico, cultura varia fossero donati alla Biblioteca del Comune di San Giovanni in Persiceto; a questa anche i manoscritti e il carteggio. Di fatto una parte dei volumi di carattere scientifico fu acquistata nel 1963 dalle università di Roma, di Messina, di Bari, nelle quali insegnavano rispettivamente Angelo Brelich, Ugo Bianchi e Vittorio Lanternari: tutti i rimanenti, gli opuscoli, i manoscritti e la corrispondenza nel 1987, dopo la morte della vedova, vennero ad arricchire il patrimonio della Biblioteca comunale "G.C. Croce" di San Giovanni in Persiceto. Insieme con la "raccolta" tutti questi materiali costituiscono il Fondo Pettazzoni. Figurano già nel catalogo informatizzato del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), oltre ai 2043 volumi e 3851 opuscoli vari, i volumi e gli opuscoli della "raccolta pettazzoniana": i volumi (originali, traduzioni, ristampe, antologie) sono 64; gli scritti minori (pubblicazioni che non superano le 100 p.) di Pettazzoni (Opusc.Pett. A) sono alcune centinaia (di molti scritti sono conservate più copie, diverse con correzioni e annotazioni dell'autore); alcune centinaia anche le pubblicazioni minori (estratti, stralci o riproduzioni da libri e riviste) su Pettazzoni e la sua opera (Opusc.Pett. B); non sono ancora catalogati i fogli sciolti e le carte geografiche. Anche privata delle circa 1500 unità librarie cedute alle tre università sopra citate, la biblioteca di Pettazzoni conservata a San Giovanni in Persiceto testimonia la vastità e la varietà degli interessi culturali dello studioso: non solo la storia delle religioni e le discipline affini come le scienze etnoantropologiche, ma la storia civile, politica, sociale, la letteratura anche moderna, l'arte, la poesia. Riteniamo opportuno precisare che tra le due migliaia di volumi sono conservate anche opere di interesse storico-religioso ed etnologico, non acquistate dalle tre università sopra citate; numerosi, tra gli opuscoli, gli estratti da riviste specialistiche italiane e straniere. Aggiungiamo che non sono collocate nel Fondo Pettazzoni le riviste (poche annate non sempre complete o pochi fascicoli o un solo numero); sono inserite nella raccolta generale dei periodici della Biblioteca (è disponibile il catalogo cartaceo). Non è catalogato e non ancora tutto ordinato in modo definitivo il materiale manoscritto: migliaia di carte recanti passi trascritti da pubblicazioni, appunti, indicazioni bibliografiche, osservazioni, ecc.; numerose decine di manoscritti, cioè varie redazioni di lavori editi e inediti, tracce dei corsi universitari, testi di conferenze e discorsi, ecc. Tutto questo materiale è collocato in ordine sommariamente cronologico e documenta la mole, veramente straordinaria, del lavoro compiuto dal nostro storico delle religioni; esso ci mostra inoltre, in molti casi, le varie tappe percorse dallo studioso nella preparazione di un libro o di un articolo: dalla raccolta dei materiali, dei documenti, alla loro interpretazione ed elaborazione, fino alla stesura dei testi. Insieme con i manoscritti di Pettazzoni sono conservate alcune decine di manoscritti (o dattiloscritti) di altri studiosi: per lo più testi di articoli destinati alla pubblicazione nelle riviste da lui dirette o nei volumi miscellanei da lui curati. Precisiamo infine che una parte dei manoscritti di Pettazzoni giovane, soprattutto di interesse archeologico, sono conservati nel Fondo Gaetano Bussolari della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna. Centinaia sono le lettere, le cartoline, i telegrammi, i biglietti diretti a Pettazzoni da parenti, amici, conoscenti, istituti, editori, librai e altri, ma soprattutto da studiosi italiani e stranieri; sono conservate anche lettere di Pettazzoni ad altri, soprattutto copie di quelle dattiloscritte degli anni Quaranta e Cinquanta; sono inserite nel carteggio le fotocopie di lettere di Pettazzoni a studiosi italiani e stranieri che la Biblioteca ha ottenuto dagli istituti nei quali sono conservati gli originali; sono così disponibili gli epistolari amebei di Pettazzoni con Gentile, Omodeo, Cocchiara, Toschi, Pestalozza, Nilsson, Tor Andrae, Eliade ed altri. Queste carte non sono ancora definitivamente ordinate e catalogate; ma la ricerca non presenta difficoltà perché sono collocate secondo l'ordine alfabetico dei mittenti. Com'è noto, sono già pubblicate le corrispondenze di Pettazzoni con Eliade, con Pavese, con Cocchiara, con Gentile (parziale), di Pettazzoni a Levi Della Vida (parziale); è in corso di stampa quella con Toschi; sono già approntate quelle con Buonaiuti, de Martino, Rose, Salvatorelli, Zoller. Molta parte dei materiali del Fondo Pettazzoni è sommariamente descritta nelle ventotto puntate di una dettagliata cronaca biografica di Pettazzoni pubblicata nei quaderni di Strada maestra, organo della Biblioteca "G.C. Croce", tra il 1989 e il 2009; a conclusione del ventennale lavoro esce in questi giorni un quaderno speciale recante l'indice generale, l'indice dei nomi di persona, la bibliografia degli scritti di Raffaele Pettazzoni.
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